CARMINE LAURO
Carmine Lauro è nato il 6 Aprile, 1971 in una famiglia di camiciai di Napoli, città ricca di storia, dove la cultura scorre nelle vene dei suoi abitanti. Parte di quella cultura naturalmente si basa sulla moda. In un mondo che si concentrava principalmente sui capi di moda femminile, Napoli da subito, si era distinta, anche livello internazionale per la sua dedizione alla moda uomo, ed è considerata da molti la capitale mondiale della moda maschile. Per anni questa città fu uno dei punti fermi della vita di Carmine.
Nel 2000 cambiò tutto.
Il destino gli fece incontrare l’amore della sua vita: Lisa Lauro (nata Mamone), una promotrice di moda di origine italo-canadese che lo convinse a seguirla fino alla sua città natale di Montreal. La città gli apparse inizialmente affascinante, ma presto si accorse che la moda uomo di Montreal lasciava molto a desiderare. Cominciò a contemplare l’idea di portare la competenza italiana e lo stile napoletano in una città che fino a quel momento non aveva mai visto niente di simile.
Finalmente nel 2002, il suo naso per gli affari e la sua lunga esperienza nell’industria della moda, lo portarono ad inaugurare la sua prima boutique nella parte est dell’isola di Montreal. Grazie al suo design personale, modelli e stile italiano, la sua collezione di camice confezionate su misura in Italia, ebbero un successo strabiliante. La camiceria Lauro Napoli era nata, tutto il resto è storia.
Fino ad oggi, Carmine non si è ancora fermato, producendo una collezione dopo l’altra di camice sensazionali corredate da accessori che l’hanno reso famoso fin dall’inizio.
Per mantenersi al passo con la moda, è bene tenere Lauro Napoli sott’occhio!
SALVATORE PARASUCO
Salvatore Parasuco lasciò la sua terra da giovane per stabilirsi a Montreal. Nei primi anni ‘60, cominciò a dilettarsi nello sbiadire i suoi primi jeans nella lavatrice di casa.
Notando la popolarità del jeans “slavato”, sviluppò un metodo innovativo che assicurasse che ogni paio di jeans venisse tinto alla perfezione con un intenso blu indaco. Dopo avere trasformato il filo da stendere di casa nella sua rustica asciuga-jeans, il novello designer trasformò il suo armadietto di scuola in un’improvvisata boutique dove vendere le sue prime creazioni ai suoi compagni. All’età di 19 anni, fiero del suo slancio ed intraprendenza, aprì il suo primo negozio, Pour les Deux, dove perfezionò il suo stile unico e le sue tecniche di lavorazione all’avanguardia.
Nel 1975 Salvatore Parasuco crea il suo marchio, Santana Jeans, dove a sua volta sviluppa un gran numero di trattamenti per jeans alla moda: lavati ad acido, sabbiati, neri over-dyed o elasticizzati. Parasuco diventò un personaggio di primo piano nell’industria, riconosciuto per il suo design innovativo, tessuti moderni, tecnologie avanzate e il suo crescente interesse per il commercio nazionale e globale.
Nel 1998, Santana Jeans cambiò marchio diventando Parasuco Jeans, e cominciò ad espandersi a livello internazionale. Sempre attento all’importanza dell’immagine del nuovo marchio, Parasuco registrò la speciale cucitura sulla tasca didietro e sviluppò un nuovo logo: la chimera. La figura mitica del drago sputafuoco, è illustrata con il corpo di un leone la testa di una capra che esce dalla schiena e la fine della coda con la testa di un serpente. La chimera rappresenta l’immaginazione e la fantasia, è anche il simbolo dell’orgoglio toscano, regione dove fu trovata una statua etrusca di bronzo rappresentante questa creatura mitologica, nel 1553.
Motivato dall’insaziabile domanda di jeans autentici confezionati in modo tradizionale, Parasuco convinse un sempre crescente pubblico con nuove iniziative di vendita. La sua presenza online ha rafforzato la sua infrastruttura progressiva permettendo al suo marchio di potersi collegare con i suoi clienti in qualsiasi momento.
NOTE DEL REGISTA:
ANTHONY SARRACCO è produttore e regista del documentario TENDENZA. Anthony è un fiero membro della CSC ed ha vinto diversi premi per la narrativa in molteplici ambiti. Quest’ultimo progetto in particolare è nel cuore del giovane regista. La famiglia di Anthony è immigrata in Canada alla fine degli anni ‘50, dopo che la guerra aveva devastato l’Italia. I suoi nonni non solo hanno vissuto la guerra, ma abitavano a pochi passi dall’Abbazia di Montecassino. Durante la sua infanzia egli ha passato le vacanze estive con i suoi nonni che dopo molti anni trascorsi in Canada sono tornati nella terra che erano stati costretti a lasciare, per trascorrere una vita tranquilla.
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